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Emilio Scibona·21 maggio 2024

📝Da 10 a 0, il PAGELLONE della 37ª: Cagliari-Verona 🔝disastro Sassuolo

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La 37ª giornata di Serie A ha regalato emozioni, spunti ed altri verdetti: l’Atalanta vola in Champions; Cagliari e Verona festeggiano quella salvezza che invece sfugge al Sassuolo, retrocesso in B dopo 11 anni.

Ecco qui come sempre il pagellone del turno appena concluso, da 10 a 0.


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10 – Cagliari e Verona, le vittorie più belle

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Dopo una stagione di passione il club rossoblù suggella la salvezza nello scontro diretto contro il Sassuolo in trasferta imponendosi senza lasciare appello agli avversari, condannati alla Serie B. A febbraio Ranieri sembrava pronto a lasciare la panchina e invece è rimasto: le possibili dimissioni sono diventate l’ennesimo capolavoro sportivo nella carriera straordinaria del tecnico testaccino, portato in trionfo a fine partita.

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E a proposito di imprese, è il momento di celebrare la salvezza del Verona. Gli scaligeri a gennaio tra guai societari e un mercato all’insegna del ridimensionamento sembravano avere il destino segnato: alla giornata 37 arriva invece la quinta permanenza in A con la vittoria dell’Arechi sulla Salernitana, apice di un autentico capolavoro scritto da Baroni e i suoi ragazzi. Applausi a scena aperta.


9 – Atalanta e Riccardo Calafiori

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Contro un buon Lecce inizialmente gli orobici fanno fatica a trovare la breccia ma nel secondo tempo volano grazie al duo CDK-Scamacca. Una vittoria tanto importante quanto di peso per i nerazzurri che tornano ufficialmente in Champions League tre stagioni dopo l’ultima volta. Proiettandosi così nel modo migliore possibile all’appuntamento con la storia di mercoledì a Dublino contro il Bayer Leverkusen.

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Che dire poi della prestazione di Riccardo Calafiori: all’annata strepitosa del difensore scuola Roma mancava solamente il gol e lui ne trova 2, per altro di pregevole fattura. Se voleva mandare un altro segnale a Spalletti in ottica Europei non poteva scegliere occasione migliore.


8 – Frosinone e Torino: successi preziosi

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La prima e a questo punto unica vittoria esterna della stagione per il Frosinone potrebbe valere oro: la squadra di Di Francesco espugna l’U-Power Stadium e in vista dello scontro diretto tra le mura amiche dello Stirpe contro l’Udinese prende il suo destino in mano. La prima salvezza dei ciociari in massima serie non è più un miraggio.

Più difficile invece il compito del Torino, che sogna di chiudere il ciclo di Juric con la qualificazione alla Conference League. La vittoria con il Milan, al di là della giornata horror vissuta dalla retroguardia rossonera, conferma tutta la voglia dei granata, la cui stagione nel complesso resta positiva, Europa o meno.


7 – Lukaku, l’ultimo guizzo prima dell’addio?

Alla Roma serviva un guizzo per chiudere i conti per il sesto posto contro il Genoa: lo trova Lukaku che raggiunge due leggende del club come Batistuta e Montella in termini di gol segnati nella stagione d’esordio, 21.

Con la squalifica rimediata dopo l’esultanza il centravanti belga salterà l’ultima giornata contro l’Empoli e la rete contro il “Grifone” potrebbe dunque essere l’ultima in giallorosso. L’ultimo guizzo di un’annata che, nel complesso, è stata positiva sia per la Roma (che coltiva ancora una piccola speranza per la Champions) che per Lukaku.


6 Bologna e Juventus, dottor Jekyll e Mister Hyde

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Al Dall’Ara va in scena una partita folle: nella prima parte il Bologna domina ed annichilisce una Juventus troppo brutta per essere vera. I felsinei nell’ultima gara davanti al loro pubblico hanno voglia di far festa e finiscono col fare i conti senza l’oste.

I bianconeri dopo una partita disastrosa trovano l’episodio per riaprirla, ci credono con convinzione e alla fine strappano un pareggio che dà un sapore del tutto diverso ad una serata che altrimenti avrebbe potuto lasciare strascichi. Alla fine è un 3-3 con entrambe le squadre in versione Dr. Jekyll e Mr. Hyde che alla fine strappano un pari che – tutto sommato – va bene.


5 – Salernitana, un brutto congedo dal proprio pubblico

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Dopo i segnali confortanti nelle ultime uscite contro avversari di alto spessore i granata nell’ultima in casa davanti al proprio pubblico approcciano come peggio non si potrebbe. Nel primo tempo la Salernitana è in totale balìa degli avversari e il secondo gol, preso con la difesa imbambolata è un’istantanea avvilente. Anche lo stesso Colantuono nel post-partita ha sottolineato l’insufficienza della prestazione.

Nella ripresa la squadra ha accennato ad una reazione tutto sommato anche lodevole ma che non basta per rendere sufficiente il giudizio sui campani. Vista la differenza di motivazioni tra le due squadre perdere ci poteva stare: era lecito però attendersi qualcosa di più nel piglio, soprattutto per provare a rendere un po’ meno amaro ai tifosi un finale di una stagione da incubo.


4 – Marusic, sbavatura fatale su Dumfries

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Che Dumfries non sia propriamente il più agevole dei clienti nel gioco aereo è un fatto conclamato: proprio per questo motivo un giocatore esperto e affidabile come Marusic nell’occasione sarebbe dovuto essere più attento e non concedere al 2 nerazzurro di staccare con facilità.

La sbavatura dell’esterno montenegrino, combinata alla vittoria della Roma compromette le (pur residuali) speranze di acciuffare il sesto posto occupato ormai definitivamente dai giallorossi che – con certi incastri – potrebbe anche valere la Champions. Col senno del poi potrebbe diventare un grande rimpianto: oggi resta comunque qualcosa che si poteva fare meglio.


3 – Napoli, l’ennesima occasione sprecata

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Pareggiare a Firenze di per sé non sarebbe nemmeno un brutto risultato ma nella situazione del Napoli, a secco di vittorie da sette partite, questo 2-2 è l’ennesima occasione in cui si può parlare di due punti persi anziché di uno guadagnato.

Vincere avrebbe consentito ai partenopei di portarsi in pole position per il rush finale per la Conference League: adesso nel giro di 365 giorni il Napoli rischia di passare dall’essere Campione d’Italia a non qualificarsi nemmeno in Europa. Prove tecniche di disastro.


2 – Milan, Juventus e Bologna: performance difensive da incubo

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Ok, siamo a fine stagione e le difese in questione giocano per squadre che non hanno nulla da chiedere e hanno fatto il loro, e decisamente di più nel caso del Bologna.

Resta però il fatto che le prestazioni delle retroguardie del Milan (distrutto sulle palle aeree dal Torino), della Juventus (totalmente in balia del Bologna e colpita due volte dallo stesso difensore) e dello stesso Bologna con il tandem Lucumì-Beukema protagonista di 10 minuti di ordinaria follia, ad alti livelli sono qualcosa di non facilmente digeribile.


1 – L’annullamento del gol a Maleh: troppi dubbi

Che con l’avvento del VAR i parametri di giudizio degli episodi siano molteplici è un fatto acclamato e per questo stabilire con certezza assoluta se il gol di Maleh andasse annullato o meno non è così facile, anche se ad occhio la sensazione che fosse regolare c’è.

Il dubbio più grande resta sulla chiamata da parte del VAR in una situazione in cui, come convenuto dagli analisti arbitrali sarebbe dovuta valere la decisione dal campo. Posto che sbagliare resta umano come lo sono arbitri e addetti al VAR, in circostanze del genere sarebbe certamente meglio non calcare la mano, onde evitare polemiche che infatti sono regolarmente sorte.


0 – Sassuolo, la corsa finisce in modo amaro

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A fine stagione in pochi avrebbero pensato che il Sassuolo sarebbe potuto retrocedere in B: invece è accaduto dopo 11 anni di militanza ininterrotta in Serie A. La brutta partita tra le mura amiche contro il Cagliari è solo la punta dell’iceberg; l’infortunio del leader tecnico ed emotivo Berardi è un’attenuante grande ma che da sola non basta a giustificare un fallimento di queste proporzioni.

La retrocessione della squadra emiliana è espressione di un andamento che sin dalle prime battute è sembrato stentato e le contromisure tecniche non si sono rivelate efficaci, dal mercato, sia estivo che di riparazione, fino alle decisioni sulla guida tecnica. Dopo anni di ottimi risultati arriva dunque il più rumoroso dei tonfi: a riprova che nel calcio non si può vivere di ricordi, anche se recenti.